Anche i medici possono fare smart working? Una riflessione

Lo smart working è entrato a far parte delle nostre vite con una certa “prepotenza”. Si è imposto nella quotidianità delle persone, studenti inclusi, perché, dopotutto, non potevamo farne a meno. Una volta tornati alla “normalità”, tuttavia, il mondo ha ricominciato a vivere il post-lockdown portando con sé alcune delle novità nate proprio in quei mesi durissimi e, tra questi, c’è la tendenza a lavorare o studiare da casa. Per molti significa chiudersi dentro quattro mura, smettere di assaporare la vita da ufficio e girare in pantofole per casa per tutto il giorno. Per altri, invece, lo smart-working è diventato un business molto redditizio per cui non tornerebbero mai indietro. Oggi siamo qui a chiederci quali sono i pro ed i contro dello smart working in campo medico, un caso molto particolare perché, dopotutto, siamo sempre stati abituati a parlare con il professionista sanitario vis a vis.

Quali professioni mediche possono essere svolte da remoto?

Sicuramente tutte quelle che non richiedono una presenza fisica e che, in virtù della loro natura, possono essere svolte attraverso uno schermo. L’esempio più diffuso di questi tempi è proprio quello della consulenza psicologica, per cui sono nate vere e proprie piattaforme di ascolto tra psicologo e paziente. Ci sono poi le consulenze, le visite di controllo per valutare il responso di un referto, oppure gli incontri periodici per ascoltare lo stato di salute del paziente e prescrivere nuove ricette. Insomma c’è tutto un grande insieme di casi e situazioni per le quali non è davvero necessario recarsi di persona presso lo studio del professionista medico o sanitario.

Questi casi hanno in comune un elemento, ovvero la non necessità di essere osservati dal medico o dallo specialista di persona. A dire il vero la possibilità di consultare il proprio medico senza muoverci da casa favorisce chi, per varie problematiche, non è autonomo negli spostamenti. Oppure tra le applicazioni della medicina a distanza ci sono, senz’altro, quelle che prevedono l’impiego di device tecnologici ben più potenti di un PC collegato ad internet.

La telemedicina: presente e futuro

Al giorno d’oggi pensare di poter operare un paziente a distanza sembra fantascienza. Eppure la medicina sta cercando soluzioni di questo tipo e sta studiando dispositivi e macchinari capaci di offrire supporto medico immediato anche da remoto. Pensiamo ai malati cronici e alle potenzialità che queste scoperte celano dietro un meccanismo così semplice, come quello della trasmissione dei dati.

Se il paziente è messo in condizione di poter inviare i dati sulla propria salute in tempo reale, il medico potrà consultarli in qualsiasi momento e, dunque, intervenire prontamente laddove fosse necessario. Il caso più semplice che possiamo utilizzare come esempio è quello del diabetico, i cui valori del sangue devono essere monitorati continuamente. Ebbene grazie a dispositivi mini-invasivi, collegati al medico curante, è possibile tracciare i livelli di glucosio nel sangue e trasmetterli via app, archiviandoli giorno dopo giorno. Si tratta di un ambito di innovazioni dal potenziale enorme che, finalmente, permetterà alla sanità di accelerare sulla prontezza di intervento e, magari, scongiurare crisi pandemiche come quella in cui, purtroppo, siamo ancora immersi.