Dopo 50 anni dalla pubblicazione il romanzo napoletano diventa un caso all’estero
Sui giornali esteri, da qualche giorno, si parla molto del romanzo”Malacqua“, romanzo di Nicola Pugliese scomparso nel 2012 e che questa settimana sarà pubblicato, 47 anni dopo la prima edizione, in Inghilterra. All’epoca fu Italo Calvino in persona a scegliere il romanzo del trentenne Pugliese e a volerlo pubblicare per Einaudi, da allora iniziò un percorso carsico che portò questo romanzo in cui si racconta una Napoli sommersa per quattro giorni dall’acqua a essere dimenticato, in parte, e in parte ad essere sempre più amato dalla comunità di scrittori, intellettuali, al punto da essere venerato e riportato finalmente qualche tempo fa alla pubblicazione. L’editor e scrittore Nicola Pesce dedicò a “Malacqua” persino un documentario.
Intanto al volume lo statunitense Wall Street Journal ha dedicato grandi lodi sperticate, definendo questo romanzo-cronaca di quattro giorni di pioggia nella città di Napoli, pubblicato nel 1977, “un prodotto di immaginazione lirica, caustica e fantastica di una Napoli assediata da un diluvio biblico”, mentre The Spectator lo inserisce già tra i romanzi migliori dell’anno
Non c’è una trama genericamente intesa, ma una successione di episodi che fa aumentare il presagio negativo. La protagonista vera del romanzo è Napoli, con le contraddizioni della sua gente, la speculazione edilizia, il rapporto particolarissimo con i suoi cittadini, soprattutto con le donne.
La genesi di “Malacqua”, romanzo dallo stile lirico e febbrile, viene ricordata dal quotidiano statunitense che ci parla anche di Nicola Pugliese (fratello del regista teatrale Armando, che ha di recente portato in scena, a teatro, l’opera) ricorda la figura di Pugliese, giornalista nato a Milano ma che ha vissuto quasi tutta la sua vita a Napoli, dove è stato redattore del quotidiano il “Roma”: “Quando aveva 30 anni cominciò a scrivere un romanzo, scarabocchiando con febbrile rapidità dopo aver mandato in stampa l’edizione del giorno del quotidiano. Lo completò nel giro di due mesi”.
Fonte: Dopo 50 anni dalla pubblicazione il romanzo napoletano diventa un caso all’estero