Parlarsi al telefono? Démodé. Nell’era dei social, dei «mi piace», delle mail, delle chat a singhiozzo su WhatsApp, comporre il numero è diventata attività desueta, «antiche usanze praticate a Villa Arzilla, oltre che una gran perdita di tempo», come scrive Nanni Delbecchi sul Fatto Quotidiano. Perché dilungarsi nel racconto di una vacanza in un mondo in cui bastano un selfie e un emoticon? Perché dirsi cose d’amore quando si può inviare un cuore che pulsa, che fa effetto ed è poco impegnativo?
Per riscoprire la voce, le sue sfumature, l’accento, la risata. Per ridurre il silenzio. Ecco perché. Tra me e Nanni è un vezzo irrinunciabile: …
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